EGHE’RTHE ( è Risorto )

Eghèrte (è risorto)

 

Eghèrthe (è risorto). E’ un messaggio concentrato in una sola parola per evocare un fatto inaudito che i discepoli compresero a fatica. E una volta certi, lo testimoniarono con il sangue. Oggi rischia di essere una parola sbiadita che dice poco, e come uno slogan logoro non scuote la nostra indifferenza. Con i tempi che corrono e i problemi assillanti- tanti inventati – che ci opprimono c’è altro a cui pensare.

 Per chi si dice cristiano la Risurrezione è il cuore della propria fede, senza la  quale il cristianesimo non ha più senso come afferma  anche S. Paolo: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana e la nostra fede” (I Cor 15,14).

E’ il momento di affrontare con coraggio la sfida del tempo presente, rivisitando l’edificio della propria fede per vedere la tenuta dei pilastri portanti. E’ un’occasione per mettere a punto la propria identità nella consapevolezza che in tempi di pluralismo religioso, una leale testimonianza è anche il presupposto per un dialogo con gli appartenenti ad altre confessioni religiose. Non si può  rinunciare  ai propri principi né alla propria fede ma come dice san Francesco: “con dolcezza ma con fermezza” diciamo con forza: Cristo è Risorto!
Gli evangelisti  danno la Risurrezione come un fatto vero, realmente accaduto. Hanno fatto una reale esperienza con il Risorto attraverso le apparizioni. Da piccolo gregge disperso si sono riconvertiti arrendendosi alla realtà dei fatti. E soprattutto hanno reso testimonianza alla verità con il martirio.

In 2000 anni il Cristianesimo da piccolo seme si è fatto albero rigoglioso e anche se qualche ramo qua e là avvizzisce, spuntano sempre fronde nuove e i frutti sono molti. Ciò dimostra che il Vangelo non è letteratura e Gesù Cristo non è un personaggio del passato, ma è vivo: ieri, oggi, sempre.