La natura dell’Ordine Francescano Secolare

Cos’è l’Ordine Francescano Secolare ?
Un movimento? Un gruppo devozionale francescano parrocchiale ? Una Confraternita laica dei Religiosi Francescani ?

Un tempo ci si chiamava Terz’Ordine Francescano. Che vuol dire?
Cos’è un Terz’Ordine oggi. Cos’era il terz’Ordine al tempo di san Francesco ?

E perché oggi la Chiesa ci dice che siamo un’Associazione pubblica di Fedeli ? Che vuol dire ?

Che rapporto c’è con i frati del Prim’Ordine e del Terz’Ordine Regolare ? Dipendiamo ancora da loro ?

Le domande sono tante e le risposte che circolano sono quasi sempre imprecise, lacunose, spesso errate, quasi sempre non documentate.

Quanto siamo venuti apprendendo sulla Vocazione, il Carisma e la Missione del Francescano Secolare, sulla sua Professione, e quanto apprenderemo sulla Storia dell’Ordine Francescano Secolare, ci mostrano che siamo una antica e venerabile entità ecclesiale fondata da san Francesco, con un programma di vita e una missione ben precise in seno alla grande Famiglia Francescana, con delle sue caratteristiche proprie e peculiari, un’entità ecclesiale una ed unica nella storia della Chiesa, ancora tutta da comprendere nella sua ricchezza e nelle sue ancora insondate potenzialità da esprimere nella vita e nella missione della Chiesa nel mondo.

LA NATURA DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

Benedetto Lino, OFS

INTRODUZIONE

Cosa si intende per “natura”, parlando della Natura dell’OFS?
Il dizionario recita così: Natura: sostanza costitutiva di uomini e cose, loro indole, carattere.
La natura, quindi, designa la costituzione originale, l’essenza primaria che rende qualsiasi entità quello che è e la caratterizza univocamente. La natura di un uomo è diversa da quella di un animale e quella di una casa è diversa da quella di un albero.
Diverso è il concetto di identità. Natura e identità sono, di per sé, concetti distinti.
Ecco cosa ci dice il dizionario: qualificazione di una persona, di un luogo, di una cosa, per cui è tale e non un’altra (<identità >da idem=stesso).
Nell’ambito della razza umana abbiamo diverse identità. Ogni uomo, pur essendo per natura sua un uomo, ha una sua propria identità che differisce da quella di milioni di altri.
Infine, la natura e l’identità propria, di chiunque o di qualsiasi cosa, è strettamente legata e determinata da chi, o cosa, gli ha dato origine e vita. Natura e identità non sono, quindi, modificabili a piacimento sulla semplice base della decisione di alcuni o per puro capriccio.
Nel nostro caso specifico, l’OFS è ciò che è, sulla base di ciò che Dio ha ispirato a Francesco e che è stato confermato dalla Chiesa, mediante la sua legge.

Qual è la natura propria dell’OFS? Qual è la sua identità?
La risposta più facile sembrerebbe quella di trovare quale definizione generale del Codice di Diritto Canonico possa meglio adattarsi all’OFS e di costringercelo dentro.
Questo metodo è, ovviamente, scorretto, in quanto una cosa si definisce per quello che è e non, al contrario, prendendo una definizione e adattando l’oggetto alla definizione.
La natura di qualsiasi organismo va cercata innanzitutto:

• esaminando l’organismo stesso in profondità e
• studiandone le caratteristiche vitali ed essenziali.

Poi, si vedrà come, e in qual misura, tali caratteristiche si potranno inquadrare, più o meno completamente, in un contesto giuridico preconfezionato.
Non a caso ho usato la parola “preconfezionato”. Non dimentichiamo, infatti, che l’OFS si pone in una linea di ininterrotta continuità con i Penitenti di Assisi (di cui Francesco stesso è capostipite) e che, quindi esiste da quasi 800 anni! E’ per ciò stesso difficile “costringere” una realtà tanto complessa e veneranda in una semplice definizione codiciale di carattere generale, intervenuta 768 anni dopo!

La natura dell’OFS è definita in maniera precisa da 3 elementi-cardine:

1. La sua genesi e l’intenzione del Fondatore, S. Francesco, sulla base dell’ispirazione ricevuta da Dio che ne ha voluto la fondazione.

2. La sua evoluzione storica

3. La volontà espressa dalla Chiesa mediante
a. La legislazione che le ha dato  e
b. Il Magistero della Chiesa stessa espresso dai Sommi Pontefici nel corso della sua storia

Per esaminare il primo e il secondo punto, non si può prescindere dal contesto complessivo dell’operazione meravigliosa (Fioretti, Cap. X; FF 1838) che Dio ispira a Francesco e che, dopo Francesco, trova il suo strumento non in un solo Ordine ma in una intera Famiglia, la Famiglia Francescana, articolata nei suoi tre rami: il Primo, il Secondo e il Terzo Ordine, la trilogia francescana.

Ma cos’è questa trilogia francescana?

La TRILOGIA FRANCESCANA è la prima (ed unica) esperienza religiosa, preordinata alla vita apostolica, nata contestualmente e coordinata coinvolgendo tutti gli stati di vita.

Francesco riceve dal Cristo indicazioni molto precise: “va’ ripara la mia casa…”.
Il Papa glielo conferma e il progetto si esplicita: realizzare in se stessi e predicare la conversione (facere et predicare poenitentiam).

Francesco si mette subito al lavoro e si affida completamente allo Spirito.
S. Francesco non ha voluto deliberatamente fondare tre Ordini. Nella ordinazione dei suoi tre Ordini Francesco si è lasciato guidare unicamente dallo Spirito del Signore. Egli ha accolto questa realtà man mano che gli è fiorita tra le mani, senza nessun progetto prestabilito.
Nascono così da lui tre Ordini e presto Francesco si rende conto che questi tre Ordini (ognuno nella propria condizione) si rapportano alla sua stessa missione apostolica di restauro della casa del Signore e affida ai suoi tre Ordini, nella fedeltà alla loro vocazione, la corresponsabilità consociata di un vicendevole e fraterno aiuto, nel loro cammino verso il Signore. TOHO 27
A ben vedere, S. Francesco ha dato ai suoi tre ordini soltanto una regola: una più perfetta osservanza del Vangelo, in ragione della loro condizione di vita.
L’impegno di una permanente conversione al Vangelo (facere poenitentiam) deve compenetrare la vita di tutti i tre gli Ordini.
Nell’ottica di questa preordinazione apostolica, i tre Ordini Francescani non si rapportano tra di loro in ragione di una valutazione gerarchica ma, a livello istituzionale, si trovano su uno stesso piano di importanza, nella necessità di riconoscersi interdipendenti spiritualmente e bisognosi di vicendevole aiuto.

Nell’ottica riformatrice del Concilio Lateranense IV, S. Francesco è il primo ad essere stato indotto alla fondazione di una trilogia religiosa.
Per il fatto di non aver potuto accogliere nella istituzione di “religione apostolica”  le comunità femminili e gli uomini e le donne viventi nelle proprie case, san Francesco è stato costretto ad istituire il Secondo Ordine e successivamente il Terzo Ordine, in quanto questi due ordini esigono di essere autonomi per la loro stessa natura.

In ragione di questa origine comunionale tra il Primo, il Secondo e il Terzo Ordine, l’Ordine Francescano Secolare non è riconducibile a una semplice associazione pubblica di fedeli (se ne tratterà più diffusamente in seguito): chi entra nel Primo o nel Secondo o nel Terzo Ordine viene a far parte di una realtà comunionale, voluta da Dio per il restauro della Chiesa.

Il Concilio Lateranense IV, oltre a riordinare la problematica della vita religiosa (4 Religioni), ha indicato anche la strada per il riordino dell’organizzazione comunitaria dell’Ordine dei penitenti.

La Regola di Niccolò IV dà un comune assetto legislativo a tutte le fraternità dei penitenti francescani.

Anche se i tre Ordini Francescani istituzionalmente sono autonomi e indipendenti, per cui la loro autonoma sussistenza non è condizionata dalla sussistenza del loro insieme, la loro vitalità spirituale ha bisogno del loro vicendevole appoggio, rifiutando l’illusione di facili autosufficienze.

Possiamo riepilogare questi fondamentali elementi di dottrina con tre frasi latine che ben si prestano a rappresentare la ricchezza dei concetti, usate dal P. Andrea Boni nel suo prezioso e fondamentale libro “Tres Ordines Hic Ordinat”

• Tres ordines hic ordinat.
o Comune fondatore.
• Eiusdem corporis membra existentes
o Stesso carisma.
o Stessa missione in diversi stati di vita, interdipendenti e complementari: tutti e tre per l’operazione meravigliosa.
• Funiculus triplex difficile rumpitur.
o Indipendenza e unità.
o Interconnessione vitale.

La natura del nostro Ordine si può cominciare a delineare, così:

• un gruppo di christifideles laici evangelicamente impegnati nella propria condizione di vita secolare per una risposta in pienezza alla chiamata a seguire Cristo umile, povero e crocifisso, come san Francesco.

• I Francescani Secolari, unitamente ai fratelli e alle sorelle del Primo e del Secondo Ordine, sono impegnati a realizzare la missione che Dio affida a Francesco di riparare la sua casa che è la Chiesa, Corpo di Cristo, in ogni sua espressione, affinché essa possa assolvere alla sua missione di salvezza annunciando la conversione e l’annuncio del Vangelo a ogni creatura (convertitevi e credete al Vangelo).

• I francescani secolari, pur non essendo “religiosi” in senso stretto, si impegnano mediante una vera e propria Professione “religiosa” a testimoniare la novità salvifica del Vangelo associandosi all’apostolato dei Frati del Primo Ordine e alla contemplazione delle religiose Clarisse.

Ma veniamo ora al 3° punto cardine: la VOLONTÀ DELLA CHIESA che si esprime nella legislazione e nel Magistero.

Ultimamente abbiamo da più parti sentito l’obiezione: siamo Ordine o siamo Associazione? Oggi ci chiamiamo Ordine Francescano Secolare, prima ci chiamavamo Terz’Ordine Francescano, e prima ancora Fratelli e sorelle dell’Ordine dei Penitenti di San Francesco.
Ma cos’è un Ordine?
E che significa in particolare Terz’Ordine, il nome che abbiamo portato per circa 6 secoli?

Innanzitutto, cominciamo a sgombrare il campo dalla diffusa credenza che la qualifica di primo, secondo e terzo “Ordine” abbia valenza cronologica. Non ci si riferisce al movimento penitenziale francescano come terzo Ordine perché iniziato dopo il primo e il secondo, ma a motivo della sua struttura mista.

L’idea di tre distinti ordini o stati di vita (laici cristiani, chierici dediti alla pastorale, monaci e monache dediti alla contemplazione) era stata teorizzata da s. Gregorio Magno (535-604) con gerarchia in crescendo dai minimi ai massimi livelli di impegno di perfezione. Dal 1161 l’Ordine cavalleresco di Santiago (approvato da Alessandro III), adottò lo schema dei tre ordini, per distinguere le categorie dei membri, dal minimo al massimo:
• primo ordine per i cavalieri sposati;
• secondo ordine per i cavalieri continenti perpetui;
• terzo ordine cappellani e precettori.

Dal 1201 gli Umiliati lombardi allargarono la portata dei 3 ordini, o classi, estendendoli a tutti e quindi non più riservati ai soli cavalieri. Tuttavia per volere del Papa (Innocenzo III) ne invertono la gerarchia muovendo dal massimo al minimo:
• primo ordine per chierici e monache;
• secondo  fratelli laici e sorelle converse;
• terzo laici impegnati uomini e donne che rimangono nelle loro case e sono liberi di contrarre matrimonio.

La nomenclatura francescana si ispira a questa realtà storico-giuridica, anche se con qualche variante:
• primo ordine religiosi e chierici con voti;
• secondo ordine monache consacrate;
• terzo ordine uomini e donne sposati o celibi/nubili viventi in famiglia e lavoranti nel secolo.

Il nome, poi, del movimento stesso non nasce come “terzo ordine” ma come FRATELLI E SORELLE DELL’ORDINE DELLA PENITENZA DI SAN FRANCESCO e simili. Il nome di terzo Ordine comincia a essere più usato, non senza una certa contrarietà da parte dei penitenti, a partire dalla fine del 13 secolo.

Che senso ha per noi, oggi, essere chiamati Ordine?
Certamente, ciò si giustifica pienamente a motivo della nostra storia e della nostra tradizione che sono venerabili e che portano con sé contenuti e pregnanze ecclesiali e spirituali di primissimo rilievo, di cui dovremmo prendere conoscenza e di cui dovremmo essere consapevoli ed efficaci portatori.
La parola “Ordine”, oggi, non ha più molto significato nel linguaggio moderno  e per lo più viene, appunto, associata agli Ordini cavallereschi e ai tradizionali Ordini religiosi che nacquero in epoca medioevale. Basti osservare, infatti, che i nomi degli istituti religiosi istituiti in seguito non furono più “Ordine” ma “Compagnia”, “Congregazione”, etc.
E’ per noi, in ogni caso, un privilegio poterci ancora definire “Ordine” a testimonianza della nostra nascita e gloriosa storia, anche se questo non deve alimentare puerili sensi di superiorità che, di fatto, non esistono e non sarebbero nemmeno comprensibili dato il nostro stesso carisma.

I Pontefici, negli ultimi due secoli, proprio per sottolineare la nostra natura e differenziarci dalle semplici confraternite, fraternite e aggregazioni laicali, hanno sempre voluto sottolineare questa nostra realtà ecclesiale definendoci “vero Ordine”.

Non dimentichiamo tuttavia che vi sono anche altri gruppi di fedeli laici impegnati apostolicamente, che non hanno la nostra antichità o quantomeno la nostra genesi e struttura che si fregiano anche del nome di terzo Ordine (Carmelitano, Agostiniano etc.). Il nuovo CIC, nella sezione delle Associazioni di fedeli, riserva un canone specifico ai terzi ordini (303), come associazioni particolari (insieme alle associazioni clericali) che si differenziano dalle semplici associazioni pubbliche o private di fedeli.

L’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

L’Ordine Francescano Secolare è nella Chiesa una Associazione pubblica.
Cost. Gen. OFS, art. 1.5 – (CIC 301 §3; 312; 313)

L’OFS, come Associazione pubblica internazionale, è legato con un vincolo particolare al Romano Pontefice da cui ha avuto l’approvazione della Regola e la conferma della sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Cost. Gen. OFS, art. 99.2
Le Costituzioni Generali dell’OFS si aprono e si chiudono con queste due affermazioni fondamentali che caratterizzano la natura ecclesiale dell’OFS come:

ASSOCIAZIONE PUBBLICA DI FEDELI
• Internazionale
• Legata da un particolare vincolo con il Romano Pontefice, che gli ha dato
• la Regola e confermato
• la Missione nella Chiesa e nel mondo

Cos’è una Associazione Pubblica di Fedeli a norma del nuovo CIC?

E’ noto che il Concilio Vaticano II ha rivoluzionato la precedente ecclesiologia ridando spazio al Popolo di Dio come soggetto primo e fondante della Chiesa.
Popolo di Dio > chierici-gerarchia-sacri pastori > laici > religiosi.
Questa la sequenza nella quale si tratta dei soggetti dell’ecclesiologia nella Lumen Gentium, secondo un ordine di successione con valenza logica e teologica, che riflette la forte spinta verso una Ecclesiologia totale e di comunione, fondata sull’ontologia di grazia battesimale, che riporta in superficie il ruolo di tutti i fedeli ed in particolare quello dei fedeli laici, da tempo ridotti a soggetto privo di qualsiasi soggettività sostanziale e giuridica nella Chiesa.

Orbene, il CIC riflette tutto questo e riserva ampio spazio alla possibilità (e diritto) di associazione dei fedeli ed in particolare dei fedeli laici. Il codice gli riserva una parte di una certa sostanza, certamente evento senza precedenti nel diritto della Chiesa.

La sezione delle Associazioni di fedeli occupa il Titolo V del CIC, suddiviso i 4 capitoli e va dal canone 298 al canone 329.
Eccone la struttura:
• Primo capitolo: Norme Comuni (298-311)
• Secondo Capitolo: le Associazioni pubbliche dei fedeli (312-320),
• Terzo Capitolo: le Associazioni private dei fedeli (321-326),
• Quarto Capitolo: Norme speciali per le associazioni laicali (327-329).

In via molto sintetica ora descriviamo COSA SIANO LE ASSOCIAZIONI PUBBLICHE DI FEDELI a norma del CIC:

• Associazioni erette dalla gerarchia come corporazioni di diritto
• La gerarchia le assegna una missione canonica in quanto i fini di tali associazioni presuppongono una partecipazione nella missione pastorale propria della gerarchia
• Agiscono in nome della gerarchia (nomine Ecclesiae)
• I loro beni sono ecclesiastici
• Sono sottomesse in tutto al governo dei sacri pastori:
? intervento nelle nomine e nelle rimozioni;
? nomina del cappellano o assistente ecclesiastico
? possibilità di nominare commissari;
? statuti approvati dall’autorità ecclesiastica competente;
? funzioni di controllo sul patrimonio.

L’atto di erezione canonica da parte della gerarchia fa sì che l’Associazione eretta sia di per sé pubblica ed abbia quindi personalità giuridica pubblica nella Chiesa.

In quanto Associazione pubblica di fedeli, l’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE:

• esiste per un deliberato atto di volontà della Chiesa  (è la Chiesa stessa che ne vuole l’esistenza in quanto l’OFS serve alla Chiesa),
• è eretto dalla Santa Sede
• è intimamente legato alla vita della Chiesa, da cui riceve una missione specifica da svolgere a Suo nome.

Tuttavia, esaminando attentamente il Diritto proprio dell’OFS, dobbiamo prendere in considerazione alcune specifiche differenze che distinguono l’OFS, rispetto a quanto abbiamo letto nella definizione codiciale delle Associazioni Pubbliche di Fedeli:

1. La Gerarchia non interviene nella nomina e nella rimozione: l’OFS ha, a norma del suo diritto proprio, la facoltà di eleggere i suoi responsabili, senza l’intervento della gerarchia. La rimozione, da parte della Gerarchia, può ovviamente sempre avvenire ma in casi estremi.

2. Gli assistenti non si identificano esattamente con gli assistenti ecclesiastici descritti nel Codice. Inoltre, per uno specifico privilegio accordato dalla Santa Sede all’OFS, essi vengono nominati dai Superiori maggiori o dai Ministri Generali del Prim’Ordine e del TOR, su richiesta delle Fraternità e non per imposizione.

3. Regola e Costituzioni Generali sono approvate dalla Santa Sede. Gli Statuti sono approvati dallo stesso OFS.

4. Le funzioni di controllo del patrimonio appartengono allo stesso OFS. Solo in caso di disputa o di estinzione dell’Associazione nel suo complesso, la Gerarchia può disporre dei beni.

La riflessione su questa materia, così come è descritta nel nuovo codice, getta nuova ed importante luce nella auto-comprensione dell’OFS. Nuova luce che rivela più compiutamente la natura del nostro Ordine, da troppo tempo relegato a una riduttiva definizione di terz’Ordine, con tutta la valenza di secondarietà e accessorietà che esso ha comportato negli ultimi secoli.

Nel contesto del CIC, la definizione generale di Associazione, Can 298 §1 , indica come scopo delle associazioni quello di consentire ai fedeli di essere di più o di operare di più.

La definizione di Terz’Ordine (can. 303) si riferisce a una associazione, i cui membri conducono una vita apostolica e tendono alla perfezione cristiana  , vivendo, di riflesso, della spiritualità di un istituto religioso che lo dirige. Si può desumere quindi che, la natura di un terzo Ordine, a norma del CIC, si proponga soprattutto lo scopo di essere di più e non tanto ad operare di più (A. Boni, Quaderno Compi N. 6, FEDELI LAICI FRANCESCANI, 1990, pag. 54).

L’essere definiti dalla Chiesa stessa Associazione Pubblica ci indica come, di fatto, non solo noi dobbiamo essere di più, ma dobbiamo esserlo per operare di più, attuando la missione canonica che la Chiesa assegna alle APF e che per noi coincide con la missione stessa della Famiglia Francescana e che trova sua esplicitazione specifica nella Regola (6, 10, 14, 15, 16, 17, 18, 19) e nelle Costituzioni Generali. L’intero Titolo II delle CC.GG. (artt. 17-27) tratteggia in modo chiarissimo la nostra missione e gli articoli da 99 a 103 ne completano la descrizione!

Prima di iniziare questo studio, non avrei mai pensato che, di fatto, l’OFS (e quindi anch’io) fosse oggetto di una specifica missione affidataci espressamente dalla Chiesa come missione da compiere per suo mandato e nel suo stesso nome!
Che responsabilità, che coinvolgimento grande, che comunione nella Famiglia e con la Chiesa tutta!
Oltretutto, considerando attentamente il magistero dei Papi nei nostri confronti non può sfuggire che negli ultimi due secoli i Sommi Pontefici  hanno fatto dichiarazioni e richieste molto esplicite e puntato in modo incredibilmente importante sull’azione dell’OFS per svolgere missioni di vitale importanza nella Chiesa (da Leone XIII a Paolo VI e via di seguito).

Questo è un tema importantissimo da sottolineare per far sviluppare e crescere questa consapevolezza.

I TERZI ORDINI OGGI

Torniamo alla definizione di Terz’Ordine.
Sembra che molti dei nostri fratelli abbiano qualche difficoltà a comprendere cosa sia l’OFS.
Qualcuno teorizza addirittura che, con le nuove Costituzioni, non siamo più “un Ordine” ma che ci siamo ridotti a “pura e semplice associazione” !!!

Ma insomma, siamo o non siamo un terz’Ordine, a norma del nuovo CIC?
Cosa abbiamo in comune con gli altri terzi Ordini?

Evidentemente non si riesce a considerare la natura dell’OFS per quello che è, e non necessariamente vincolata a una definizione codiciale.
Come si fa a intrappolare un movimento,

• nato 8 secoli fa,
• precursore di una ecclesiologia che solo il Vaticano II ha riscoperto,
• carico di storia,
• membro vitale di una trilogia francescana preordinata ad un impegno apostolico congiunto,
• portatore di una missione ben precisa dalla sua nascita,
• erede diretto di un carisma del suo Fondatore, insieme ai fratelli del Primo e delle sorelle del Secondo Ordine,
in una definizione e codificazione nata 8 secoli dopo con dei fini ben precisi per regolamentare movimenti ecclesiali che nascano all’ombra degli istituti religiosi, e che non possono vantare, di per se, atti fondativi diretti da specifici fondatori, mancando quindi di un carisma e di una missione specifica propri, che per l’appunto devono mutuare da un Istituto di vita consacrata?

Ma vediamo a cosa esattamente corrisponde un Terz’Ordine a norma del presente CIC. Innanzitutto riportiamo l’esatta versione del canone 303:

“Le associazioni, i cui membri, vivendo nel mondo e partecipando allo spirito di un istituto religioso, si dedicano all’apostolato e tendono alla perfezione cristiana sotto l’alta direzione dell’istituto stesso, si chiamano terzi ordini oppure hanno altro nome appropriato.”

La dottrina riportata dagli esperti sulle caratteristiche dei “terzi ordini” è la seguente:

A) Da L. Chiappetta, Il Codice di Diritto Canonico – Commento giuridico-pastorale, Vol. I, pag. 422, §1697)
I Terzi Ordini sono associazioni secolari affiliate ad un Istituto religioso. I loro membri:
1. vivono nel mondo
2. si dedicano all’apostolato e tendono alla perfezione cristiana, partecipando allo spirito dell’Istituto religioso a cui sono associati
3. operano sotto l’alta direzione dell’Istituto stesso (da cui dipendono, ndr).

NEL NUOVO ORDINAMENTO del CIC:

a. Qualunque Istituto religioso potrà avere il suo Terz’Ordine, né si richiede un particolare privilegio della Sede Apostolica.
b. La revisione e l’approvazione degli statuti da parte della Santa Sede è necessaria solo se il Terz’Ordine ha carattere universale o internazionale.
c. Un religioso membro di un Istituto può far parte del Terz’Ordine di un altro Istituto, senza alcuna incompatibilità: si richiede solo il consenso del proprio superiore (can 307, §3)
d. Una medesima persona può essere ascritta a più terzi ordini di Istituti religiosi diversi senza alcuna speciale autorizzazione Can 307 §2 (vedi nota 3).
e. A termine del nuovo can 303, i Terzi Ordini seguono le norme stabilite per le associazioni in genere

B) Da Luis Navarro – Diritto di Associazione e Associazioni di fedeli – Giuffrè editore 1991, pag. 192)

1. Dipendono da un istituto religioso
2. Seguono la spiritualità di questo
3. Si propongono di raggiungere fini di apostolato e di perfezione cristiana
4. I loro membri vivono nel mondo

Circa la natura pubblica o privata di tali associazioni non c’è assoluta concordia tra gli esperti. Infatti, la sezione dove si trova il Can 303 è quella generale, e non già quella per le associazioni pubbliche o private. E la loro definizione precede la distinzione delle Associazioni di fedeli, tra pubbliche e private, ponendosi come caso a sé insieme a un altro tipo di associazione: quella clericale. Alcuni sostengono che si tratti di Associazioni pubbliche, altri invece sostengono che la norma non determini in maniera univoca la loro natura (“Dalla norma codiciale non si può desumere la natura pubblica o privata dei terzi ordini (W. Aymans, Kirchliche Vereinigungen, Paderborn, 1988, pag, 42 – riportato in nota da L. Navarro, op. cit. pag. 193). Altri, ancora, sostengono che, pur non essendo, natura sua, associazioni pubbliche, tuttavia i terzi ordini partecipano, in qualche modo, del carattere pubblico dell’istituto al quale sono unite (Martin De Agar, Gerarchia e Associazioni, cit. in nota in L. Navarro, op. cit. pag. 193)

Ora analizziamo il nostro Ordine Francescano Secolare, confrontandolo a quanto abbiamo appreso sulla caratteristiche fondamentali di un “terz’ordine”.

TERZI ORDINI ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
Associazioni secolari affiliate, associate a un istituto religioso
non associato o affiliato al Prim’Ordine o al TOR.
L’OFS nasce completamente autonomo e complementare agli altri due Ordini della Famiglia.

partecipano allo spirito dell’Istituto religioso a cui sono associati L’OFS è parte della Famiglia religiosa fondata da San Francesco, nella sua triplice articolazione, e partecipa dello spirito dell’intera Famiglia, in quanto depositario diretto del carisma del comune Padre serafico, come il 1° e il 2° Ordine.
Dipendono da un istituto religioso
L’OFS nasce autonomo rispetto agli altri due Ordini della Famiglia.
Un religioso membro di un Istituto può far parte del Terz’Ordine di un altro Istituto, senza alcuna incompatibilità Notevole la differenza con la nostra legge che prevede esattamente il contrario: art 2.1 CCGG

Una medesima persona può essere ascritta a più terzi ordini di Istituti religiosi diversi senza alcuna speciale autorizzazione Tale possibilità è in contraddizione con le CCGG (art. 2.1): “Vocazione specifica che informa la vita e l’azione apostolica ei suoi membri”
Qualunque Istituto religioso potrà avere il suo Terz’Ordine, né si richiede un particolare privilegio della Sede Apostolica L’OFS è una Associazione pubblica di fedeli eretta dal Sommo Pontefice e non da un Istituto religioso.
Nessuno dei tre Primi Ordini né il TOR detiene l’OFS come “proprio terzo Ordine”.
L’OFS è soggetto ed oggetto del privilegio di essere assistito, collegialmente, dai fratelli religiosi anziché dal Vescovo.

In definitiva, come si vede, sono molte e sostanziali le differenze che ci distinguono da un “terz’ordine” così come è canonizzato nel Codice.

Chiara è invece l’intenzione del legislatore che ben due volte ci definisce espressamente come associazione pubblica di fedeli, tout court.
Da questa osservazione, dal fatto che un terz’Ordine non è, natura sua, necessariamente un’associazione pubblica di fedeli, e che il legislatore, se avesse voluto, avrebbe senza alcun dubbio potuto espressamente dichiarare che l’OFS è nella Chiesa un Terz’Ordine, mi sembra evidente tirare le seguenti conclusioni:

• L’OFS è nella Chiesa una Associazione Pubblica di Fedeli a carattere universale costituita dai fedeli ed eretta in persona giuridica dal Sommo Pontefice.
• In quanto Associazione Pubblica, l’OFS gode di un privilegio e cioè di essere assistito pastoralmente e spiritualmente dai suoi fratelli del Primo Ordine e del TOR, anziché dai Vescovi, ferma restando la dipendenza dagli stessi per le attività apostoliche condotte nelle rispettive diocesi (art. 101.2 CC.GG).
• L’OFS è autonomo (ha la sua propria legge) e unitario, vive in pienezza la sua secolarità per servire in pienezza la missione comune della Famiglia Francescana.
• Queste tre realtà, l’autonomia, l’unità e la secolarità sono caratteristiche essenziali che fanno parte degli elementi costitutivi della stessa natura dell’OFS.

L’OFS ha un suo diritto particolare molto articolato che in qualche modo si ispira più al diritto dei religiosi che a quello delle pure e semplici associazioni di fedeli.
L’OFS, assomiglia per certi aspetti a un terz’ordine, pur non avendone le caratteristiche essenziali di base, indicate nel CIC.

L’OFS segue, essenzialmente, le norme delle Associazioni pubbliche di fedeli, pur essendo contraddistinto da molte peculiarità, che ne fanno una Associazione pubblica unica nel suo genere.

Certamente, la nostra denominazione resta “Ordine”, sia per la nostra origine storica che come tali ci fa nascere, sia per sottolineare la natura sui generis e l’unicità di natura, di carisma e di missione nella Chiesa e nella Famiglia Francescana.

Certamente, l’OFS è e resta sempre “ il “ Terz’Ordine Francescano, lo stesso di sempre, in ininterrotta continuità con quello fondato da san Francesco.

La nuova definizione codiciale di terz’ordine non ne ha cambiato la natura.

Per questa sua natura specifica sui generis, non identificabile a quella di un terz’ordine ma ad esso assimilabile, l’OFS è posto sotto la giurisdizione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (per la vita interna all’OFS stesso) e sotto quella del Pontificio Consiglio per i Laici (per la vita apostolica).

Certamente, questa caratteristica di “Associazione Pubblica privilegiata” contrassegnata da speciali peculiarità ci colloca in un posto di grande responsabilità nella Chiesa e nella Famiglia Francescana.
Lo stesso Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II di venerata memoria, nel suo memorabile Messaggio al Capitolo generale del 2002, definisce l’OFS “uno e unico” e ci sollecita ad essere “modello” con chiara implicazione ad essere modello ad altre formazioni ecclesiali secolari e laiche che possano da noi prendere spunto, ispirazione ed esempio.
Nello stesso messaggio il Santo Padre, come del resto sempre anche tanti altri Pontefici, usò per ben tre volte espressioni del tipo la “Chiesa attende da voi”, segno che la Chiesa e il Papa in particolare ci hanno dato una missione e che la Chiesa è ansiosa che noi si comprenda e si entri con determinazione e fedeltà nell’assolvimento di questo mandato.

In definitiva, lo studio della natura dell’OFS, delle associazioni pubbliche e delle numerose specificità dell’OFS, ha arricchito la nostra comprensione sul nostro Ordine e ci ha svelato la sua grandezza che, senza alcun nostro merito (anzi!), per la sua genesi, storia e natura, supera le nostre stesse aspettative e si differenzia dalle caratteristiche di un “semplice” terz’Ordine e di una “semplice” Associazione pubblica di fedeli.

Come si è  già detto, non si tratta di alimentare infondati complessi di superiorità nei confronti di nessuno e che molto male si adattano alla natura dell’essere francescani, ma solo di prendere coscienza della differente natura, identità, specificità e missione dell’OFS rispetto ad altri gruppi esistenti nella Chiesa.
Si tratta di comprendere bene ciò che siamo per meglio entrare nel nostro ruolo e nella nostra identità ordinata alla missione.
Tutti i battezzati sono chiamati ad essere testimoni, a tendere alla perfezione della carità e quindi alla santità. Tutti. Per questo motivo, gli altri gruppi nella Chiesa meritano tutto il nostro rispetto e stima. Ognuno di noi, però, deve saper assumere pienamente il proprio ruolo per realizzare fedelmente il progetto di Dio su ciascuno di noi individualmente, come OFS, e come Famiglia Francescana.

LA REGOLA ANTICA

Esaminare le nostre regole antiche è molto importante per scoprire la purezza della nostra vocazione e metterci in continuità di pensiero e intenzioni con chi ci ha preceduto e ci ha consegnato la storia e la natura del nostro stesso Ordine.

Da queste regole è possibile spesso desumere ricchezze che sono cadute nell’oblio e che vanno necessariamente recuperate per comprendere genuinamente chi siamo come francescani secolari.

Allo scopo di comprendere quale fosse il nostro “status” ecclesiale alle origini e come questo si sia venuto ridefinendo oggi, desidero fare una breve riflessione su quanto la nostra prima regola bollata statuiva in merito a coloro che venivano ammessi alla professione nell’Ordine:

“Ordiniamo inoltre e stabiliamo che nessuno, dopo entrato nella fraternità, ne esca per ritornare al secolo; che possa tuttavia avere libero passaggio ad altra religione approvata”. (Supra Montem Cap. 2, pg 64 il TOF Orizzonti storici, Mannu)

Se ne possono trarre alcune conclusioni importantissime:

1. Entrare nell’Ordine ed emettere la Professione costituivano, ed ancora costituiscono, un impegno che segna ed abbraccia tutta la vita

2. La Professione ci poneva in uno stato che richiama quanto lo stesso san Francesco ci narra nel suo Testamento: uscire dal secolo! Lo spirito, oggi, è sempre quello, secondo il dettato evangelico: nel mondo ma non del mondo, Gv 17, 14-18.

3. Il nostro status era assimilato a quello dei religiosi, come persone ecclesiastiche (… ad altra religione approvata).  Al giorno d’oggi, non si può fare lo stesso tipo di discorso, però la nostra Professione resta pur sempre un atto consacratorio che ci costituisce in qualche modo in laici consacrati per il Regno (cfr. … mi consacro al servizio del suo Regno… Formula Professione)

Riporto integralmente alcune riflessioni di p. Andrea Boni.

“I giuristi che hanno sostenuto la personalità ecclesiastica degli appartenenti al terz’ordine non si sono fermati alla considerazione di una concessione di favore, ma hanno esaminato il problema in base ad una realtà ontologica, fondato sull’impegno di vita cristiana, che equiparava gli ascritti al terz’ordine in qualche modo ai religiosi in senso stretto (regulares).
Il Concilio di Trento spazza via questa concezione di religiosi in senso lato e riduce il terz’ordine a una associazione puramente laicale senza eccessive pretese emulatorie nel campo della santità.
Tuttavia non ne poteva spazzar via l’esperienza spirituale che il terz’ordine aveva conosciuto e che la Supra Montem aveva canonizzato!
Dopo tanti secoli di oppressione psicologica e giuridica, il passato storico pre-tridentino del terz’ordine rivive oggi nell’ottica della universale vocazione alla santità di tutti i battezzati e nel ritorno che lo stesso concilio ha voluto alle origini per tutti i movimenti religiosi (Perfectae caritatis).
Il Concilio Vaticano II si è rifiutato di recepire la dottrina tridentina che convogliava nello stato della perfezione (perfectionis acquirendae) soltanto i religiosi  (monopolio della santità) ma ha affermato che lo stato battesimale è uno stato di perfezione, in quanto conduce (può condurre) all’acquisizione del perfetto amore di Dio e del perfetto amore per l’uomo.”

REGIME DELL’ORDINE – OBBEDIENZA – NATURA DELL’AUTORITÀ

IL REGIME

L’OFS ha avuto una struttura a regime decentralizzato per 7 secoli: le singole fraternità erano fraternità sui iuris ed avevano rapporti con le altre fraternità soltanto a livello di confederazione (sistema monastico).

Oggi l’OFS è una struttura a regime centralizzato: ha acquisto la consapevolezza di essere un’unica fraternità anche a carattere strutturale ed ha voluto superare le divisioni verificatesi nell’ambito del Primo Ordine.

Queste sono concetti di cui bisogna rendersi conto allo scopo di acquisire quel necessario senso di appartenenza senza il quale entrare in un Ordine, e farne parte sul serio, è un fatto del tutto marginale e privo di effetti e conseguenze.
Non dimentichiamo che la Professione incorpora la persona nell’Ordine (CC.GG 42.2 e Praenotanda 14.c), nell’Ordine tutto intero, e come quando si è un corpo unico non si può vivere senza avere la consapevolezza di tutte le membra che ci compongono. Non possiamo far finta di non avere le mani o gli occhi, o ignorare di avere un cuore o delle gambe etc. E’ nella consapevolezza del nostro essere completo che possiamo crescere armoniosamente e sviluppare al meglio la nostra vocazione alla fraternità, alla vita del carisma e all’espletamento della missione.

OBBEDIENZA E AUTORITÀ

La natura del nostro regime centralizzato pur assomigliando a quello dei religiosi non è tuttavia identico.

Quello dei religiosi si fonda sull’autorità (fraterna e materna) di colui che ai vari livelli è eletto a guidare e servire i fratelli (obbedienza al guardiano, al ministro provinciale, al ministro generale).
La figura del ministro nella vita religiosa è diverso da quella di un ministro nell’OFS. I definitori religiosi, di vario livello, seppur autorevoli, non possono limitare di per sé l’autorità del loro Ministro.
Altra cosa nell’OFS.
Da noi, c’è il Consiglio con il suo Ministro, e non viceversa. Il Ministro è tenuto a fare ciò che il Consiglio, di cui il Ministro fa parte e che presiede, stabilisce.

I Francescani Secolari non fanno voto di OBBEDIENZA.
Ciò sarebbe oltre tutto impossibile e incompatibile con una vita del tutto secolare e laica di lavoro e di famiglia.
Il concetto di obbedienza è tutto racchiuso nell’articolo 10 della Regola e nella sua chiosa finale , come anche nella formula della nostra Professione (… Prometto di vivere il Vangelo di Gesù Cristo nell’OFS osservandone la Regola).
Il Francescano secolare vive lo spirito del consiglio evangelico dell’obbedienza, che è obbedienza al Vangelo, alla Chiesa, alla coscienza e, quando si venga richiamati per mancanze verso la Regola dai nostri responsabili, è oggettivamente sempre obbedienza alla Regola che abbiamo promesso di osservare.

La natura dell’autorità nell’Ordine va compresa, anche e sempre, secondo lo spirito dei due verbi che si ripetono nella nostra Regola e Costituzioni: animare e guidare. Non comandare e prescrivere.

La regola della sussidiarietà, poi, è fondamentale.
Le Fraternità locali sono il fulcro dell’Ordine e in esse vivono i fratelli e le sorelle. Le Fraternità hanno (devono avere) una ampia capacità di autodeterminazione e ciò che esse possono rettamente fare, lo devono fare senza indebite intrusioni dei livelli superiori.
Gli organi di governo regionali e nazionali sono organi di collegamento e coordinamento e non di comando assoluto.
Sono strutture di garanzia e di servizio che, come primo scopo, hanno quello di servire, collegare, coordinare e, sempre, animare e guidare.

Gli organi di governo sono, certamente, dotati di autorità e questa si esplicita:
• nell’ammissione e ricevimento alla Professione, in nomine Ecclesiae,
• nella PRESIDENZA DEI CAPITOLI ELETTIVI delle Fraternità di livello inferiore,
• nella possibilità di sospensione e dimissione dall’Ordine,
• nell’approvazione degli Statuti particolari (locali, regionali, nazionali e internazionale)
e, soprattutto,
• nelle VISITE FRATERNE, nelle quali il visitatore ha l’autorità, e il dovere, di suggerire e a volte imporre misure, quando la fraternità venga calpestata o la Regola sia palesemente ignorata o, in genere, quando vi siano problemi oggettivamente gravi.

E’ utile ripetere, ancora una volta, che il Ministro non è il “padrone assoluto” della Fraternità. Questa è una realtà ancora non ben compresa e che va inculcata con forza. L’elezione di un ministro non gli conferisce il potere di fare ciò che vuole (ivi compreso l’uso della cassa) ma solo il potere di servire i fratelli e di vegliare su di loro e di amarli (cfr 31.2 CC.GG.).
Pensiamo sempre a come san Francesco interpretava la responsabilità di guida e non sbaglieremo mai.

RAPPORTO CON I RELIGIOSI E ASSISTENZA.

Il Prim’Ordine si trova nella situazione in cui deve offrire servizio di assistenza spirituale non per una legge istitutiva di san Francesco, né per propria iniziativa (che non sarebbe stata accettata) ma per una esplicita disposizione da parte della Sede Apostolica.

Prima della Supra montem ci furono problemi (non sono né i primi ne saranno gli ultimi!) con il Prim’Ordine (San Bonaventura e le 12 ragioni per cui i frati non devono promuovere l’Ordine dei Penitenti).
E’ questa una testimonianza di primo piano sulla piena autonomia giuridica istituzionale che sussiste tra il Primo e il Terz’Ordine.

Anche nel contesto dell’attuale legislazione della Chiesa non si deve dimenticare che fondamentalmente non è il Prim’Ordine che abbia ottenuto il “privilegio” (can. 315) della giurisdizione sul Terz’Ordine (altius moderamen) ma è il Terz’Ordine che ha ottenuto dalla Sede Apostolica il privilegio (can. 312 §3) di essere sotto la giurisdizione del Primo Ordine, in ragione del proprio bene spirituale.

Il rapporto dell’OFS con i religiosi francescani è chiaro da quanto sopra detto.
La nostra Regola si esprime in modo chiarissimo e recita che … in modi e forme diverse ma in comunione vitale reciproca essi (i fratelli e le sorelle dei tre Ordini) intendono render presente il carisma del comune padre serafico san Francesco nella vita e nella missione della Chiesa.

Rapporto di parità, complementarietà, comunione intima e vitale, reciprocità di aiuto e collaborazione per uno scambio di doni ed esperienze tra fratelli e sorelle per compiere la missione affidata a Francesco da Dio.

Rapporto di necessità per quanto riguarda l’assistenza spirituale e pastorale che la Chiesa, per privilegio, ci ha concesso di ottenere dai nostri fratelli religiosi, piuttosto che mediante il ministero dei vescovi: la fraternità e la solidarietà della missione di Famiglia è ritenuto bene maggiore da salvaguardare rispetto alla stessa disposizione codiciale.

Rapporto di ubbidienza e di garanzia nel caso di vigilanza a nome della Chiesa, sui temi dell’altius moderamen, che come ben sappiamo si riferiscono alla fedeltà al carisma, alla comunione con la Chiesa e all’unione con la Famiglia Francescana (CC.GG. 85.2).
Questo servizio dei religiosi, svolto non per privilegio proprio o per diritto nativo (Francesco non ha determinato questo), ma svolto per esplicita volontà e disposizione della Chiesa (Regola, Costituzioni Statuto per l’Asistenza) si esercita mediante:

• l’erezione delle Fraternità locali
• la visita pastorale
• l’assistenza spirituale ai vari livelli.

CONCLUSIONI GENERALI

1. L’OFS, o Terzo Ordine Francescano (anticamente Fratelli e Sorelle dell’Ordine dei Continenti o della Penitenza istituito da san Francesco), fin dalla sua origine, è un gruppo di christifideles laici evangelicamente impegnati nella propria condizione di vita secolare per una risposta in pienezza alla chiamata a seguire Cristo umile, povero e crocifisso, come Francesco.
Esso fa parte integrante e costitutiva della Trilogia Francescana fondata da san Francesco e preordinata alla missione apostolica affidatagli da Cristo

2. La missione dei Francescani Secolari, unitamente ai fratelli e alle sorelle del Primo e del Secondo Ordine, si riassume nel comando del Crocifisso a Francesco di riparare la sua casa che è la Chiesa, Corpo di Cristo, in ogni sua espressione, affinché essa possa assolvere alla sua missione di salvezza annunciando la conversione e l’annuncio del Vangelo a ogni creatura.

3. I Francescani Secolari, pur non essendo “religiosi” in senso stretto, si impegnano mediante una vera e propria Professione “religiosa” a testimoniare la novità salvifica del Vangelo associandosi all’apostolato dei Frati del Primo Ordine e alla contemplazione delle religiose Clarisse.
La Professione, vera e propria consacrazione, perpetua, pubblica e solenne, costituisce per i Francescani Secolari un impegno che segna ed abbraccia tutta la vita e li costituisce come laici consacrati per il Regno (cfr. … mi consacro al servizio del suo Regno… Formula Professione).

4. L’OFS è nella Chiesa una Associazione Pubblica di Fedeli a carattere universale costituita dai fedeli ed eretta in persona giuridica dal Sommo Pontefice da cui ha avuto l’approvazione della Regola e la conferma della sua missione nella Chiesa e nel mondo.
L’OFS gode del privilegio di essere assistito pastoralmente e spiritualmente dai suoi fratelli del Primo Ordine e del TOR, anziché dai Vescovi.

5. L’OFS è autonomo (ha la sua propria legge) e unitario, vive in pienezza la sua secolarità per servire in pienezza la missione comune della Famiglia Francescana. Queste tre realtà, l’autonomia, l’unità e la secolarità sono caratteristiche essenziali ed elementi costitutivi della stessa natura dell’OFS.

6. La sua natura specifica, anche se non inquadrabile in un terz’ordine, a norma del CIC, ci pone (come i “terzi ordini”) sotto la giurisdizione della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica (per la vita e disciplina interna) e sotto quella del Pontificio Consiglio per i Laici (per l’attività apostolica).

7. L’OFS non è un “semplice” terz’ordine né una “semplice” associazione pubblica di fedeli. La sua natura si chiarisce completamente nella sua genesi fondazionale, nella sua storia e nella sua legislazione.
L’OFS è, e resta sempre, “il” Terz’Ordine Francescano, lo stesso di sempre, in ininterrotta continuità con quello fondato da san Francesco. La nuova definizione codiciale di terz’ordine non ne ha cambiato la natura.

8. L’OFS ha una struttura a regime centralizzato ed ha acquisito la consapevolezza di essere un’unica Fraternità anche a carattere strutturale, superando le divisioni verificatesi nell’ambito del Primo Ordine. Questa consapevolezza deve crescere e giungere fino alle più piccole e remote Fraternità locali per acquisire il necessario senso di appartenenza senza il quale entrare in un Ordine non ha senso.

9. La Professione incorpora la persona individuale nell’Ordine tutto intero e non solo in una Fraternità locale. Solo nella consapevolezza della nostra appartenenza a tutto l’Ordine si può realizzare pienamente la nostra vocazione alla fraternità e rendere presente il carisma di san Francesco, singolarmente e come Ordine nel suo complesso, nella vita e nella missione della Chiesa.

10. I Francescani Secolari non fanno voto di obbedienza. Il Francescano Secolare vive lo spirito del consiglio evangelico dell’obbedienza, che è obbedienza al Vangelo, alla Chiesa, alla Regola e alla propria coscienza. L’obbedienza ai responsabili dell’OFS costituiti in autorità è sempre legata, e quindi riconducibile, all’obbedienza alla Regola che abbiamo promesso di osservare.

11. Il nostro regime centralizzato, pur simile a quello dei religiosi, è sostanzialmente diverso e la natura dell’autorità dell’OFS è diversa da quella dei religiosi.
La figura del ministro nella vita religiosa è diverso da quella di un ministro nell’OFS. Il Ministro, nell’OFS non è dotato di autorità personale di governo nei confronti della Fraternità. Tale autorità risiede primariamente nel Consiglio di Fraternità. Nell’OFS, c’è il Consiglio con il suo Ministro, e non viceversa. Questa è una realtà ancora non ben compresa e che va inculcata con forza. L’elezione di un ministro non gli conferisce il potere di fare ciò che vuole, ma solo il potere di servire i fratelli e di vegliare su di loro e di amarli (cfr 31.2 CC.GG.) e di mettere in pratica le decisioni della Fraternità e del Consiglio (cfr 51.1 CC.GG.).

12. La natura dell’autorità nell’Ordine va compresa sempre secondo lo spirito dei due verbi che si ripetono nella nostra Regola e nelle nostre Costituzioni: animare e guidare. Non comandare e prescrivere.

13. La regola della sussidiarietà è fondamentale: le Fraternità locali sono il fulcro dell’Ordine: in esse vivono i fratelli e le sorelle. Le Fraternità hanno (dovrebbero avere) una ampia capacità di autodeterminazione e ciò che esse possono rettamente fare, lo devono fare senza indebite intrusioni dei livelli superiori.

14. Gli organi di governo, regionali, nazionali e internazionale, sono organi di collegamento e coordinamento. Sono strutture di garanzia e di servizio che, come primo scopo, hanno quello di servire, collegare, coordinare e, sempre, animare e guidare.
Gli organi di governo dell’OFS sono dotati di autorità.
Questa si esplicita:
a. nell’ammissione e nel ricevimento della Professione in nomine Ecclesiae.
b. nella presidenza dei capitoli elettivi delle Fraternità di livello inferiore,
c. nelle visite fraterne.
d. Nell’approvazione degli statuti particolari
e. nella possibilità di sospensione e dimissione dall’Ordine.

15. Il rapporto dell’OFS con i religiosi francescani si fonda su quanto indicato dalla nostra Regola che recita: … in modi e forme diverse ma in comunione vitale reciproca essi (i fratelli e le sorelle dei tre Ordini) intendono render presente il carisma del comune padre serafico san Francesco nella vita e nella missione della Chiesa.
Ne consegue che tanto l’assistenza spirituale quanto l’altius moderamen debbono essere sempre ricondotti alla reciprocità vitale e guardati con l’ottica della fraternità che lega indissolubilmente i tre Ordini dell’unica Famiglia Francescana. Da tale istanza scaturisce ancora l’esigenza vocazionale di una reciproca dipendenza spirituale e della mutua assistenza.

La conoscenza e l’approfondita riflessione della natura dell’OFS deve sostanziare l’«essere» dei Francescani Secolari, dar loro la consapevolezza della grandezza della propria vocazione, della missione ricevuta e del carisma straordinario di cui sono portatori insieme agli altri Fratelli e Sorelle della Famiglia francescana.

La Chiesa, in ogni tempo, ha fatto affidamento sull’Ordine Francescano Secolare affidandogli missioni di grandissima responsabilità. L’OFS è stato all’altezza del compito? Lo è adesso? E’ questo un tema su cui l’Ordine nel suo complesso, e ogni singolo Francescano Secolare, si deve interrogare con serietà.

BIBLIOGRAFIA E LETTURE SUGGERITE.

I TESTI DI BASE

1. La REGOLA DELL’OFS
2. Le COSTITUZIONI GENERALI DELL’OFS
3. Il RITUALE DELL’OFS
4. STATUTO PER L’ASSISTENZA SPIRITUALE E PASTORALE all’Ordine Francescano Secolare
5. PASTOR BONUS, Costituzione Apostolica sulla Curia Romana, Giovanni Paolo II
6. TESTI E DOCUMENTI SUL TERZO ORDINE FRANCESCANO, Lino Temperini et al, Ed. Franciscanum, 1991

SULLA STORIA E DIRITTO DELL’OFS E DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA

1. ANDREA BONI, Tres Ordines Hic Ordinat, Ed. Porziuncola, 1999
2. ANDREA BONI, La Novitas Francescana nel suo essere e nel suo divenire, 1998
3. ANDREA BONI, L’assistenza spirituale dell’OFS nella legislazione canonica attuale, Fedeli Laici Francescani, Quaderni COMPI, n. 6, pag. 51-74, 1990
4. FELICE CANGELOSI, Autonomia e Unità dell’Ordine Francescano Secolare, Segr. CIOFS, 2000
5. GABRIELE ANDREOZZI, Storia delle Regole e delle Costituzioni dell’Ordine Francescano Secolare, Ed. Guerra, 1988
6. GABRIELE ANDREOZZI, San Giovanni da Capestrano e il Terz’Ordine di San Francesco, Ed. Franciscanum, 1987
7. ROBERT M. STEWART, De illis qui faciunt penitentiam – The Rule of the Secular Franciscan Order: Origins, development, interpretation, Ist. Storico dei Cappuccini, 1991
8. MARIANO D’ALATRI ET AL, Il movimento Francescano della Penitenza nella società medioevale, Ist. Storico Capp. 1980
9. MARIANO BIGI, L’universale Salute, Profilo storico dell’Ordine Francescano Secolare, Coll. Tau, 1990
10. PROSPERO RIVI, Le origini dell’OFS, Coll. Tau, 1988
11. PROSPERO RIVI, Francesco d’Assisi e il laicato del suo tempo, Ed. Messaggero Padova, 1989
12. RAFFAELE PAZZELLI, San Francesco d’Assisi e il Terz’Ordine, Ed. Messaggero Padova, 1982

TESTI GIURIDICI

1. LUIGI CHIAPPETTA, Il Codice di Diritto Canonico – Commento giuridico-pastorale, Ed Dehoniane, 1996
2. LUIS NAVARRO, Diritto di Associazione e Associazioni di fedeli, Giuffré Ed. 1991
3. G. FELICIANI, Il Popolo di Dio, Il Mulino 2003
4. DOMINGO J. ANDRES, El derecho de los religiosos, Commentario al Codigo, Ed. Claretianas, 1984

VARIE

• AMBROGIO PERUFFO, Il Terz’Ordine Francescano nel pensiero dei Papi, Comm. Gen. T.O.F. OFM, 1944
• MARIANO BIGI, LUIGI MONACO, Magistero dei Papi e Fraternità secolare, Coll. Tau, 1985
• CRISTOFORO PIACITELLI, Con Francesco nel mondo per il mondo, Coll. Tau, 2004

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *